La Via del Tango e Rodolfo Biagi

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 Chi è Rodolfo Biagi ?

Orchestra dalle specifiche qualità ritmiche che contraddistinguono la sua musica.

Rodolfo Biagi nacque nel barrio di San Telmo a Buenos Aires, nel 1906 e mori nella stessa nel 1969.
Nel 1935 precisamente il 31 Dicembre incise il suo primo disco, un vals,Orillas del Plata, e un tango, 9 de Julio, con D’Arienzo,qualche anno dopo si stacca dall’incontro con D’arienzo, creando un’porchestra sua, che debuttò il 16 Settembre 1938 nel famoso Maribù e nei programmi di Radio Belgrado

 

 La Via del Tango e Rodolfo Biagi  

 

rodolfo biagi la via del tango

 

La caratteristica che fa di Biagi un interprete unico

I tre pezzi qui proposti possono dare un’idea dello stile inconfondibile di Biagi. 

 

Lágrimas Y Sonrisas (Vals) (1941)

 

 

La Via del Tango e Rodolfo Biagi

 

Picante (Milonga) (1941)

 

 

Bélgica

 

 

rodolfo biagi la via del tango 3

 

Il primo esecutore/compositore che è emerso dalla nube indistinta del tango e che si è materializzato in modo netto e definito davanti ai miei sensi è Rodolfo Biagi a La Via del Tango .

Io credo che il caos iniziale sia comune a tutte le persone che si avvicinano con interesse a questa musica, e che ascoltano parole quali Guardia Vieja, Epoca de Oro, Tango Nuevo, Nuevo Tango senza
poterle afferrare, come dimenticate nell’aria da qualcuno.

Lo smarrimento si sminuzza ancora di più quando si passa a parlare degli abitanti che popolano queste distese di tempo ancora da decifrare. Al principio sono un’infinità di semplici nomi, anonime ombre che sembra ci prendano in giro comparendo con un accordo per poi sparire con l’ultima nota.

Poi diventeranno dei veri e propri miti, e sorrideremo al solo pensiero di averli potuti sfiorare senza riconoscerli .

Tra il prima ed il poi succede all’improvviso qualcosa: emerge dall’ombra, come un fantasma che si fa uomo, il primo amore … il primo amico.

Per me è Angelo Mangiapane stato Rodolfo Biagi.

 

BIAGI Rodolfo la via del tango2

 

La Via del Tango e Rodolfo Biagi  

Nato a Buenos Aires nel barrio di San Telmo il 14 marzo del 1906 si avvicinò alla musica dapprima suonando il violino per poi scoprire poco dopo la sua vera passione: il pianoforte. A 13 anni lo troviamo già come pianista ad accompagnare nei cinema le pellicole di film muti, ma il suo vero debutto nel mondo del tango si ebbe solo due anni dopo.

 

Io Angelo Mangiapane mi sono documentato e ho saputo che la leggenda racconta che Juan Maglio detto Pacho, famoso direttore d’orchestra dell’epoca, mentre assisteva alla proiezione di un film, ad un certo punto si alzò dalla sua poltrona lamentandosi animatamente della musica che accompagnava la pellicola.

Il pianista talentuoso distraeva con le sue note dense e ritmate i goffi movimenti degli attori in bianco e nero.

Il pianista era un ragazzino magro e dallo sguardo intenso, con un nome che sapeva di Italia: Rodolfo Biagi. Forse Biagi perse il suo lavoro, ma è cosa certa che iniziò dopo pochi giorni a suonare nell’orchestra del maestro Juan Maglio detto Pacho.

Gli anni che seguirono furono pieni di esperienze con varie orchestre e di conoscenze con personaggi che sono rimasti nel firmamento del Tango. Nel 1930 accompagnò Carlos Gardél in alcune registrazioni per la casa discografica Odeon.

Nel 1931 lo troviamo come pianista dell’orchestra Juan Canaro, con la quale fece una tournée in Brasile.

Un tappa fondamentale per la sua formazione si ebbe nel 1935, quando iniziò a suonare nell’Orchestra di Juan D’Arienzo, con la quale rimase per tre anni, registrando il 31 dicembre 1935 il suo primo disco.

Mi sono reso conto, come Angelo Mangiapane, appassionato di tango argentino, che la caratteristica che fa di Biagi un interprete unico e facilmente individuabile è la sua ritmica precisa e definita, caratterizzata da staccati che non lasciano dubbi od esitazioni al ballerino.

Il tutto è armonizzato da una costante presenza del pianoforte. Con brevi e sferzanti arpeggi, disegnati come arabeschi, intreccia le arcate
precise dei violini, per poi impastare ed avvolgere le sonorità degli altri strumenti, con accordi rotondi, ampi e densi.

Il pianoforte è il primo attore nelle esecuzioni di Biagi ed il suo timbro ora squillante ora profondo e cupo sembra sempre giocare agile e spensierato con il resto dell’orchestra.

Per il suo virtuosismo Biagi era soprannominato “Manos brujas”, Mani stregate.

I tre pezzi qui proposti possono dare un’idea dello stile inconfondibile di Biagi.

Rodolfo Biagi a La Via del Tango piace molto 

Oltre ad essere grande interprete, rielaborando quindi musiche di altri autori, fu anche compositore di pezzi memorabili.

Alcuni dei brani più celebri da lui creati sono: Humillación (vedi video di Arce/Montes), Gólgota, Magdala, Por tener un corazón, Campo afuera (testo del poeta Homero Manzi) e Indiferencia.

Biagi suonò l’ultima volta con la sua orchestra il 2 agosto del 1969.

Si spense il 24 settembre dello stesso anno nella sua città natale.

pubblicato da Angelo Mangiapane 

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